è vero

aggiorno pochissimo.. ma non perchè le cose da raccontare sono poche.. anzi.. sarebbero tantissime e sempre.. una valanga di pensieri.. emozioni.. tormenti ma anche gioie.. caro blog.. come ti sto trascurando..

sabato mattina, sette e un quarto.. sveglia da due.. con sonno di quattro. niente di nuovo, sento la primavera (solo che inizio a sentirla prima di anno in anno). di solito queste fasi “little sleep” iniziano ad aprile, quando si risveglia anche la natura. saranno i pensieri in questo caso.. (e ora che faccio, li lascio scritti quì?). che dire, un duemilaediciannove iniziato così così.. appesantita (fisicamente) si lo so.. solita minestra – ma a me piace mangiare e d’inverno sono più pigra.. la palestra la vedo con la mente, mentre mangio un altro cioccolatino.. un altro biscotto.. una fetta di torta.. insomma, io arrivo a gennaio e come ogni anno mi piango addosso. si, sono a dieta, da un mese. i risultati poi arrivano solo lentamente.. che a prenderli ci metto niente.. a perdeli.. quella è un altra storia (che dopo gli anta il metabolismo non è mica più quello di una volta. comunque ci sto lavorando. punto ad aprile.. magari pasqua, dovrei poter rimettere i jeans, quelli stretti (ora non ci entro, nemmeno con tanta volonta e forza.. riiiido).

il lavoro va così.. infondo bene.. faccio bene.. ma è tanto, tantissimo (motivo in più perchè mi sveglio alle straore con poco riposo). ma come diceva una volta uno “tutto si può fare”.. ecco.. allora io faccio.. funziono.. comunque con il giusto entusiasmo. quello che faccio mi piace, altrimenti non starei li a massacrarmi di straordinari (stile: ho cinque settimane di ferie l’anno e l’anno scorso ne ho fatte otto con una che mi avanzava – resa l’idea?). restando sul lavoro ora potrei perdermi in un discorso lunghissimo.. faticoso e anche abbastanza triste – la razza umana. mi limito a riportare un ragionamento che mi ha fatto un caro amico “secondo me trovi tutte colleghe che scopano poco e che riversano le loro ansie e aspettative sul lavoro”.. già.. le mie colleghe.. senza aggiungere il discorso delle gelosie tra donne l’ho fatto tante volte, non lo ripeto. poveri diavoli, loro.

e poi c’è la mia vita sentimentale.. o magari quella dei “morosi” (come è solito chiamarli il mio amico caro). diciamo che sono acque tranquille.. c’è simpatia in giro (scommetterei tanti soldi, li avessi, che uno dei nostri fornitori è parecchio intrigato). ma poi come fai? si può mica fare no? naaa, lascia stare.. tanto non è che c’è carestia e allora meglio non avventurarsi in situazioni si intriganti (il proibito ha sempre avuto un suo fascino) ma anche compromettenti. mente fredda.

sette e trentatre.. c’è un altro sipario che ogni tanto si apre.. ma su quello preferisco tacere.. è toccante.. ed io sono sensibile.. e non ho voglia di rattristirmi ora. è la vita dicono, va così.. già.. – ma quando arriva pasqua? ho tanta voglia di abbracciare mamma e papà.

intanto fuori si è fatta luce.. mi vesto, la palestra apre alle otto – ho un obbietivo no?

ci parliamo da grandi

sto quì seduta (più sdraiata) in una posizione abbastanza scomoda.. col cell in mano ed aggiorno.. già.. che il mio notebook ha tanto l’aria di non reggere un altra primavera..

ho il cuore un pò così.. un pò triste.. stavo spiegando a mia nipote la grande il perchè a volte non esulto di gioia quando mi fa vedere i suoi ottimi voti – “vedi fabi.. per rispetto di ale qualche volta ti strizzo giusto l’occhio. per lei non è semplice e suppongo anche parecchio scoraggiante, avere una sorella che a scuola va molto bene.. mentre lei.. fa fatica.. ed i voti non sono quelli ai quali ambisce.. dei quali ha bisogno. e allora.. per rispetto.. per delicatezza.. amore di zia.. io non esulto. sai che sono tanto fiera di te.. lo sono anche di ale.. e vorrei poter fare di più..” – ecco.. mi son’ trovata a spiegarle queste cose.. via uozap.. ad una teenager.. che sono sicura capisce.. ma solo fino ad un certo punto.. e poi io sono troppo sensibile.. e come ora.. mi vien da piangere.. perchè vorrei che anche la piccola potesse avere più momenti di gloria a scuola.. che potesse essere fiera di se stessa.. – io so cosa vuol dire fare fatica a studiare.. l’ho vissuta in prima persona.. so cosa significa guardarsi attorno ed avere l’impressione di essere l’unica a non capire. io a scuola mi salvavo grazie alle materie di lingue straniere.. mi tenevano a galla.. per il resto.. piangevo o mi addormentavo sui libri.. eppure.. di me qualcosa ne è diventato.. – so che non posso toglierlelo questo peso.. so che mia sorella fa un gran lavoro con lei.. io accorro sempre quando mi chiamano e cercano il mio aiuto (che mia sorella dice sempre.. “per le lingue ed il disegno chiedete a zia”).. quante notti e weekend a preparare temi e riassunti in inglese o francese.. ma anche presentazioni in tedesco.. (e che non mi si dica che non dovrei.. che dovrebbero fare da sole.. quì la scuola è durissima.. un cattivo voto ti può annientare tante fatiche e piccoli successi.. allora aiuto.. perchè in cuor mio è giusto) – vorrei poter fare le magie.. non mi è dato credo… allora lo chiedo a te caro universo.. tu che sei immenso ed infinito… che tutto puoi.. lo chiedo a te.. perchè tu sai.

i had a date

che poi.. lasciare i bigliettini sul parabrezza della macchina di una persona.. era e sarà sempre un modo efficacissimo per rendersi “particolare”.. – ieri sera sono uscita col tipo della palestra.. quattro ore piene di storie.. sguardi.. discorsi molto interessanti.. – alle otto in punto era sotto casa mia.. e tutto il resto era talmente naturale.. niente ansie di prestazione (verbale o fisica.. quelle del “cosa mi metto, di che gli parlo..”).. mi ha riaccompagnata a casa.. “la prossima volta andiamo a prenderci un caffè in quell’altro locale che mi hai fatto vedere” – la prossima volta ha detto.. sorrido.. – thank you dear universe for being kind to me.. – sono le sei e ventidue del mattino.. ho preso il caffè ed ora vado ho da fare una lavatrice e preparare il trolley.. domani destinazione salento.. ho bisogno di dormire.. di riposo.. di farmi coccolare da mami e papi.. e poi me li spupazzo tanto pure io.. – sereno essere mondobello.

io volevo aggiornare…

ma ho avuto il computer in panne.. in tilt.. insomma, schermo nero ed io in panico.. – poi, questa sera, ha deciso che saremmo stati ancora amici.. ed eccomi quì.
non so dove iniziare.. ho in testa fiumi di parole (e lo so che era un pezzo dei jalisse).. – dal presente magari? oggi, dopo oltre un anno ho rivisto il mio prof (quello bello, che mi faceva il filo, si, che mi voleva portare a letto) per pranzo.. sempre bello.. sempre tanto da raccontare.. sorrido.. mi ha salutata scompigliandomi i capelli con la mano “stai bene con i capelli corti”..(ma quanto li adoro io questi gesti? per non parlare del bacio sulla guancia quando ci siamo salutati – secondo me lo sanno.. oppure, gli uomini che ti danno il bacio sulla guancia sanno che a noi donne piace, piace tanto). che poi questo racconto è breve.. i pranzi durano un ora.. carino il suo messaggio dopo… anzi mi è piaciuto tanto.. credo ci si rivedrà ad ottobre, quando darà lezione quì dalle mie parti… – e con lui ho finito di salutare tutte le persone che ho ritenuto importante salutare prima che lasciassi zurigo – si, domani ultimo giorno di lavoro.. bye bye my beloved city.. good bye my dearest platzspitz park.. ci ho passato ore infinite nelle pause.. passeggiando.. fotografando.. o semplicemente contemplando.. – i will miss you, you crazy busy city.. mi hai offerto così tanti svaghi per la mente e per gli occhi.. ma mi hai anche tolto due ore e tot di tempo libero al giorno.. treni su treni.. in ritardo.. affollati.. annullati.. tanto da iniziare a prendere quello delle cinque e quarantasei.. ogni sacro santa mattina.. da mesi.. – tornerò ad orari umani.. spostando la sveglia dalle quattro e trenta alle sei.. (magari meno un quarto.. sono più produttiva la mattina presto).. però, tornerò anche in un posto dove di svaghi ne avrò pochi, pochissimi.. almeno credo.. ci sarà da scrutare la zona.. – insomma domani ora x.. io sono parecchio emotiva.. e per quanti problemi io abbia avuto in passato in quel reparto.. mi dispiacerà comunque.. e saranno abbracci sinceri.. con qualcuno lunghi.. con qualcun’altro meno.. – è così mondobello, e tu lo sai, l’unica costante è il cambiamento.. l’unica.. e restare immobili può essere fatale. – ero un attimo in sovrapensiero ora.. – oggi ho avuto al telefono la mia nuova capa.. che stamane ho saputo che il mio pensavofossestatoluiilmiocapo è stato promosso per un altro incarico ed io avrò una capa e non lavorerò direttamente per lui (io volevo il capo però.. lui a dire il vero.. uff..è che è molto più semplice lavorare con un uomo.. e non sto a fare di tutta l’erba un fascio.. ma semplicemente parlo per.. no vabbè.. ho anche già avuto cape molto in gamba.. ok.. non ho detto niente.. spero sia in gamba anche lei.. e spero che andremo d’accordo.. e spero tantissimo che farò bene).. – “com’è più bella questa preghiera.. è più profonda è più sincera..” c’è il seguito.. è un canto.. una preghiera cantata.. da bambine.. semplice.. come le cose belle e pure.. – ecco.. non ho un filo ora.. sono le nove passate e devo ancora fare la doccia.. che poi finchè vado veramente a letto.. vabbè.. buona notte mondobello.. sogni d’oro e d’argento.. (che ultimamente ne faccio di nuovo tanti sogni.. ma proprio tanti..).. chiudo.. notte.. ciao.

chi nasce tondo non può morir quadrato

“fregatene mo’.. hai vinto tu” le parole di mia sorella.. si perchè le mie colleghe (e questo già lo sapevo fin da prima) ora rosicano.. e non si smentiscono mai.. fino alla fine.. – sappiate, la gelosia e l’invidia sono una brutta bestia.. bruttissima.. e ricordate.. distruggono chi le nutre.. e non chi le subisce – si, per me non è un bel lavorare così (che poi, in questi due anni mica lo è mai stato.. dovendo prendere di petto quelli che sono gli intrighi tra donne.. le malelingue.. i veleni sputati per infangare) – ma sto crescendo.. e come canta giusy “sono cresciuta più negli ultimi mesi che negli ultimi anni”.. e non è mai un caso se la vita ci mette davanti a situazioni sgradevoli.. prove.. a volte si ripetono anche.. dopo anni.. fino a che tu, non avrai imparato ad affrontarle in un modo che ti porti avanti.. – proprio ieri sera dicevo ad un amico “sai lo, non sono ancora abbastanza zen da riuscire a farmele rimbalzare.. ma sto diventando sempre più brava.. il ‘disturbo’ che mi creano dura sempre meno”.. già che ora lo chiamo disturbo (per non perdermi in spiegazioni lunghe.. lunghissime.. su come la negatività di altri possa influenzare.. danneggiare.. il nostro quieto essere).. – gesù alla croce disse “padre, perdona loro, perchè non sanno ciò che fanno”.. ed io negli anni ho imparato a perdonare.. tante cose.. anche questa.. non voglio male a nessuno e ne tanto mi voglio sedere in riva al fiume per un giorno vedere passare i loro cadaveri.. – io vado avanti per la mia strada.. ho me a cui pensare.. me e ciò che mi sta a cuore.. perchè questa è la priorità.. – karma.. you get what you give.. and it will come around.. always.. – ora sorrido.. sono le quattro e quarantadue.. si, ancora non dormo tantissimo (nemmeno abbastanza).. ma va meglio.. è una bella storia la vita.. davvero.. – buongiorno in questo di venere mondobello…

bho…

di solito dicono che se c’è interesse.. ti cerca.. – allora devo bene o male.. sventolare bandiera bianca.. – che lui mica mi ha più cercata.. zero.. – e dire che avevo pensato gli fossi simpatica.. un tipetto interessante.. (si.. che non sono ne scema ne noiosa.. anzi.. – ho abbastanza autostima per conoscere il mio valore.. e menomale..).. – posso essermi sbagliata così tanto? no ma dico.. un pomeriggio coi fiocchi (almeno credo..) e poi il vuoto.. nemmeno l’eco.. – scuoto la testa.. non ci arrivo.. – io so che lui è particolare.. nessun parametro.. nessuno.. lui non cerca.. (e allora perchè volermi vedere.. perchè quel “il faut aller vite” che ho pure dimenticato di chiederglielo.. questo vite..) – e io? davanti all’ennesima prova.. di pazienza (suppongo).. – oppure no? dimmelo tu caro universo.. visto che mi ci hai messa te in questa situazione.. dimmi tu cosa devo apprendere in tutta questa storia? dovevo incontrarlo per farmi dare dei consigli su dei libri da leggere? non credo proprio.. li avrei trovati comunque se quello è un percorso che devo fare.. – intanto non lo cerco.. tutto tranne patetica.. niente fastidi.. niente fuori tempo o fuori luogo.. – pazienterò.. time will show dicono sempre.. e che mi sia mostrato allora… (e se lui pensasse la stessa cosa?.. no, lui non pensa la stessa cosa.. ma allora vorrei sapere cosa pensa.. e anche questo.. dubito mi sia concesso.. sospiro)… – intanto è venerdì.. e sono volate queste cinque settimane.. nelle quali volevo fare così tante cose.. eliminare vestiti che non indosso più.. svuotare la cantina.. sistemare l’ufficio.. – non ho fatto niente.. ho riposato la mente.. che a quanto pare.. ha girato intorno ad una sola cosa.. – siamo così noi donne.. che io so che un uomo al posto mio non starebbe a farsi tanti film.. – ho voglia di partire.. un avventura.. un viaggio lontano.. e non per via del tipo.. ma perchè lo sento dentro.

lui

giorni fa mi ero chiesta… così.. tra me e me… se qualcuno ti chiedesse “dove ti piacerebbe essere baciata?”.. e tra me e me ho risposto “sulla guancia” – prima che ripartissi nel tardo pomeriggio.. ci siamo abbracciati (come farebbero due amici di vecchia data) ha voltato la testa e mi ha baciato la guancia…

si lo ammetto.. ero un pò agitata prima di arrivare lì.. imbarazzata.. io che in fondo sono timida.. – un piccolo localino sul lago.. due tazze di tè.. qualche scambio.. – non ero troppo a mio agio all’inizio.. i primi incontri in posti chiusi per me sono come delle galere.. aiuto, tiratemi fuori di lì… – “ti va di andare a fare due passi?”.. se mi andava? mi aveva letto nel pensiero.. e come si stava per sciogliere il ghiaccio sul lago.. iniziavo a sciogliermi anch’io.. racconti.. confidenze.. – “ascolta.. tu ora andrai a casa a riposare il ginocchio.. io ho una voglia matta di caffè.. ti va di prenderne uno prima che rientri?”..me lo ha preparato a casa sua.. “ma la tua moka fischia sempre? mai sentito una moka che fischia così” “no, non lo ha mai fatto, è la prima volta”.. ero seduta sullo sgabello in cucina.. osservavo le foto attaccate su un quadro in sughero… addosso avevo una sua giacchia.. “senti freddo?” “tranquillo, ora mi passa..” ma era già arrivato col rimedio.. – si dice che bisogna sapere quando è il momento di andare via.. – ho preso il mio cappottino.. e lui con un gesto naturalissimo ha chiuso una delle cerniere della mia borsa.. un abbraccio.. un bacio sulla guancia.. “mandami un messaggino quando arrivi a casa”..

grazie.. du fond du coeur.. – non so se e che seguito ci sarà.. io lo spero.. nessuna aspettativa.. vivo di sensazioni.. e queste.. sono decisamente particolari… molto..

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