mi sono svegliata che tutto dormiva ancora, anche gli uccelli.. mentre ora, stanno li a cantarmi la primavera. l’ultima volta che ho scritto quì eravamo usciti da una situazione che come tale nessuno ancora conosceva, il primo lockdown. è da un anno ormai che viviamo con questa realtà.. mai immaginata, mai voluta. un anno di mascherine, di divieti, di mancanze. un anno fa dicevano che con questa primavera sarebbe cambiato tutto. un anno fa il duemilaeventuno sembrava la nostra speranza. febbraio duemilaeventuno, ancora non ne siamo venuti a capo. e da un anno che continuo a spostare, annullare e ripianificare viaggi. è da ottobre che non vedo mamma e papà. ho una data ed ho un biglietto aereo.
è che va tutto così veloce
e nel mentre sono cambiate così tante cose.. – sono cambiate di loro, ce le hanno fatte cambiare, le abbiamo cambiate noi..
vorrei poter dare il giusto peso a tutto.. ad un inverno che non abbiamo sentito ne visto (e staranno cambiando anche le stagioni..) a vacanze prenotate e non fatte.. non potute fare.. ad un virus, che ha messo in ginocchio il mondo (parlando di persone, perchè per la natura e l’ecosistema sicuramente è stato un bene).. ad un sistema, dettato ed imposto, che noi abbiamo dovuto e ancora stiamo subendo.. (quì non mi dilungo, mi si perdoni).. ad una storia, la mia.. che da quando abbiamo iniziato a “parlarci” ad oggi, esattamente oggi, è passato un anno.. – io non dirò mai di me “questa situazione mi sta cambiando”.. non dirò mai “sono cresciuta”.. – io su questo percorso mi ci sono messa oltre dieci anni fa.. non ho bisogno di lockdown per capire o conoscere, ne me, ne le persone.. non ho bisogno di una storia “di amore” per crescere o maturare.. – stanno succedendo così tante cose.. le osservo, quanto necessario.. e intanto vado, vado avanti.. fiduciosa e speranzosa.. sperando per intanto, di poter presto riabbracciare i miei..
ah, e poi ci sono loro.. hanno pochi giorni, e sono uno spettacolo.
quante volte…
ho pensato “voglio aggiornare il blog”.. tante, troppe.. – ho finito di fare dei pagamenti, gli ultimi di quest’anno. sono passata a leggere marco.. e mentre lui aggiorna che è un vero piacere leggere.. io manco da oltre due mesi. è che le cose stanno succedendo così in fretta.. e sono così tante (ci sarebbe da aggiornare tutti i giorni).. – potrei parlare di montagne russe (i miei sentimenti.. le emozioni, che ho vissuto negli ultimi mesi).. potrei parlare di pile scariche (che se non fossero arrivate le vacanze ora, non so come sarei andata avanti).. potrei parlare di un cambiamento, fisico.. un altro percorso, il quale il mio corpo ha deciso di intraprendere (c’è chi lo chiama menopausa).. – ecco, magari ne parlo. ho quarantasette anni suonati.. pochi infondo.. eppure c’è chi anche prima di me.. – insomma, è da maggio che non vado più a mo’ di orologio (che il ciclo a momenti mi veniva anche nella stessa frazione di ore del mese precedente).. è da maggio che è tutto un pò sballato (mi è tornato pure un seno “bello” come direbbe mia nipote.. mentre a me piace piccolino).. sballato il ciclo, sballato il fisico e altre incombenze.. intanto ho iniziato una dieta due settimane fa (che se non faccio qualcosa, bhe, non posso comprare vestiti nuovi, più grandi ovviamente, dando la colpa alla menopausa e far finta di niente). ok, ci devo convivere con questa situazione, fa parte.. ma mi permetta signor giudice, io trovo che sia presto.. – per fortuna non ho sbalzi di umore ne vampate di calore in piena notte. okey, basta parlare di menopause (che io mi riprenderei volentieri il ciclo puntualissimo, tre giorni di antidolorifici e pancia gonfia per cinque). del lavoro, ma anche no.. – dell’amore? sorrido mentre scuoto la testa.. giuro che se me lo avressero chiesto un anno fa, avrei sempre e comunque detto “sto bene così, non mi manca niente e mister right mi sa tanto che ancora lo devono inventare”. poi però cambia tutto.. e non in un baleno.. ma lentamente. si, sono cambiate tante cose. lui parla di “noi”.. io ancora faccio fatica. e non perchè dentro non c’è niente.. ma perchè ancora sto facendo conoscenza.. come con le amicizie nuove.. devo ancora abituarmi ad un idea di “noi”.. io che per quattordici anni ho vissuto un “io” libero.. niente compromessi, niente pensare oltre.. essere e basta. questa settimana è stata la prima, nella quale ho sentito che qualcosa sta cambiando.. questa settimana, per la prima volta, ho sentito che mi mancava.. che avevo una voglia matta di vederlo.. (perchè non è vero che esiste solo l’amore a prima vista.. non è vero che se non sei cotta all’inizio, dopo non arriva più). credo di esser maturata anche in questo.. vivo l’amore diversamente.. lo definisco un amore più maturo.. che anche se mi sento bambina, compagna e complice.. mi sento anche più preparata io.. – sono cresciuta in questi ultimi anni.. la scuola di vita mi ha insegnato tanto ed io sono stata molto attenta.. – ho imparato a fronteggiare tempeste.. ho imparato ad amarmi.. tanto. se tu ti ami, non sei più disposto a lasciarti andare tra le braccia del primo principe che passa. (povero, gli ho fatto male.. io questo lo so.. l’ho fatto dannare e disperare.. ma lui non è scappato.. sono anche stata crudele, volutamente, servendogli il peggio di me, rendendolo partecipe di ogni mia insicurezza, ripetendogli più volte “io non so se sono capace, non so, se riesco ancora a vivere un noi.. e non so nemmeno se lo voglio.).. ma non sono scappata nemmeno io. ho affrontato le mie incertezze.. le ho vissute appieno, gli alti ed i bassi.. so che non ne sono ancora uscita.. ma so anche che se non mi do tempo.. a me.. non potrò mai sapere.. – e lui.. lui mi lascia vivere così.. lasciandomi i miei spazi anche in questo.. niente pressione.. niente proiezioni per il futuro.. un giorno alla volta.. una carezza alla volta.. – sorrido.. che storia la vita..
io domani mi alzo alle quattro.. ho il volo alle sette..
sereno natale.. siate gentili, sempre.
tempo
mi passa così.. veloce sotto le mani.. quando vorrei decellerare.. poi però mi guardo allo specchio e vorrei fosse già primavera.. – sono passate sette settimane.
nel mentre così tante cose.. emozioni.. persone.. avvenimenti.. chiedo un pò di aria signori.. e so che tu, caro blog, avresti tutta la pazienza di questo mondo per accogliere questi miei pensieri caotici..
come faccio io ora
a scrivere di queste ultime sei settimane, come? per di più senza occhiali (menomale per la funzione d’ingrandimento della visibilità dello screen) che per un pò non li potrò portare..
potrei raccontare delle vacanze… belle tanto, come sempre.. bello il mio salento.. i miei cuori.. le persone conosciute e ritrovate.. – ma potrei anche parlare di quando sono rientrata.. che ad aspettarmi c’era lui.. che abbiamo passato tre serate fuori insieme (anche la notte dei perseidi, su in montagna..) prima che a sua volta, partisse lui.. – che dire caro il mio blog che sembra che da un pò di tempo i nostri appuntamenti siano diventati mensili, se va bene.. – lui si, c’è ancora, intanto è una certezza.. non stiamo insieme.. l’importante è essere sinceri (oggi in un messaggio gli ho scritto “sono uno spirito libero e come tale mi muovo”), la sincerità dicevo.. lo sono, sempre stata – sa che non sono innamorata.. forse nemmeno lui lo è, ma lo è del pensiero di me e di lui insieme (come quando uno pensa di aver trovato ciò, che per tanto tempo ha cercato, aspettato.. ci si aggrappa un pò all’idea.. all’ideale..). niente proiezioni, la vivo come viene..
una settimana fa mi sono operata, e forse questo è ciò che al momento prende il maggior spazio nella mia testa.. nel mio quotidiano. non mi dilungo sull’intervento, andato bene. ciò che conta è quanto sarà dopo.. una volta tolto il gesso, una volta sgonfiato tutto (dei lividi non me ne importa niente, sono uscita a far la spesa con tanto d’impalcatura sul naso, viso gonfio e colorato). è il dopo quello che conta.. vorrei esserne contenta.. vorrei amare la nuova immagine di me.. vorrei tornare a respirare bene.. – caro universo, tu che tutto sai e tutto puoi…
addendum… è passata la mezzanotte… ho appena mandato un messaggio al tipo bello e impossibile.. che oggi ci siamo scambiati.. e a distanza di tanti anni oggi l´ho sentito ridere per la prima volta.. ridere davvero.. et ça m´a fait du bien au coeur… se solo lui sapesse… eppure è da qualche settimana che segue i miei passi.. come non lo aveva fatto da un bel pò… dal duemilaediciasette per l´esattezza… – ebbene si.. lui è una di quelle rare persone che mi ha messo le mani alla testa.. e uno che riesce a toccarmi li.. è come se mi avesse toccata ovunque.
facevano rumore
le incertezze (e no, non le chiamo paure).. – “sei un bell’uomo, intelligente, premuroso, gentile e accomodante – ma io sono più forte di te. finirei per essere tagliente, infastidita – mi conosco..”. eravamo seduti ai bordi del fiume.. un apérol da finire.. – sapevo che gli avevo appena trafitto il cuore.. mille pezzi.. frantumi, non mi guardava. “se tu non fossi partita col freno a mano fin dall’inizio, se ti fossi lasciata andare invece di porti mille domande su cose che oggi non possiamo sapere.. ti saresti innamorata anche tu..” mi ha risposto così.. “tu non mi conosci, hai visto solo una parte di me e non mi stai dando nemmeno il modo per farmi conoscere ancora, di più”..
e ora? ora niente.. ho mandato all’aria quella che sarebbe potuta diventare una storia.. nuova, bella, passionale, complice.. o forse no. forse mi sarei veramente svegliata una mattina di tra qualche settimana o qualche mese.. e mi sarei ricreduta.. maledicendo il momento nel quale non avevo dato retta all’istinto.. lasciando che un uomo mi ami, per poi fargli ancora più male. – due mesi, cosa vuoi che siano due mesi nella vita di una persona? un goccia nel mare immenso.. – l’ho stretto in un abbraccio lungo.. sincero.. “perdonami se puoi”.
e se poi
he is more into me than i am into him? cioè, io da lui sono arrivata li.. nel petto.. dritta.. sto li.. – ma lui da me no.. non ancora.. forse ci arriverà.. forse no.. – è che non lo so.. confusa e felice cantava carmen.. – vado col freno a mano.. tante seghe mentali.. – penso alle parole che mi dicevi tu.. che so che passerai per leggermi “credi di essere ancora capace ad avere una relazione, qualcuno accanto, che ci sia sempre?” – sai che me lo chiedo quasi tutti i giorni? non ho risposte.. io che “vivo di condivisione” ma “ho bisogno dei miei spazi”.. d’un tratto mi ritrovo a dover fare i conti con una vita che potrebbe cambiare.. uno spirito libero che si sente insicuro.. come un felino, che si vede crescere un recinto intorno.. – spengo il cervello.. una settimana alle vacanze.. tanto bisogno di cambiare postazione.. tanta voglia di leggerezza.
erano le undici e mezza.. di sera
“sei sveglia?” sapevo che era lui.. – no, non lo ero, mi aveva svegliata il suo messaggio, ma sapevo avrebbe scritto, altrimenti avrei lasciato silenzioso – e sapevo anche che “ho pensato che potrei passare, fare due chiacchiere”.. – inutile, l’intuito femminile è infallibile. il fotoromanzo sta continuando.. ovviamente senza foto.. ma è bello comunque..
eh caro universo.. stavolta proprio non me l’aspettavo.. sorrido.
love is in the air
bhe, forse non love, ma le farfalle si.. la curiosità e la voglia di conoscersi.. approfondire.. – lui mi pare molto preso.. io ancora non mi sbilancio. intanto abbiamo superato il primo check-up.. – una domenica mattina nei boschi.. caffè su di un terrazzo all’ombra.. tanti racconti.. domande.. sguardi fuggitivi (“io sono molto timida, per cui evita poi di fissarmi tutto il tempo, mi metteresti a disagio”.. lo avevo avvertito..). continuiamo a sentirci.. insomma.. the story goes on.. vediamo dove ci porta..
intanto quì è arrivata l’estate e ci ha stesi tutti.. trentotto gradi sono tanti, sono troppi.
il terzo incomodo
avevo quindici anni.. ne ero innamorata pazza.. ma ero piccola.. e molto timida. gli dissi che non volevo più stare con lui perchè avevo paura di baciarlo.. (ma si può essere così??!) il mio amore di una vacanza estiva.. – da allora sono passati trent’anni. mai più rivisti, nemmeno da lontano, zero. poi però c’è l’amico in comune.. il tramite, l’incomodo.. quello che per anni non ti ha mai riferito i suoi saluti (si perchè all’amico in comune mandarti i suoi saluti dava fastidio).. quello che un pomeriggio di pasquetta si trova in macchina con lui.. e parlano di te.. e da li poi, ci vuole niente, spece se l’amico in comune ha il tuo numero e sa che anche tu sei li in vacanza. sono passati a prendermi.. lungomare, caffè.. qualche frase scambiata.. imbarazzo – quell’incontro, in quel modo lì era sbagliato.. non me l’aspettavo, non ero preparata. ci siamo ritrovati la sera su instagram (vedi a cos’altro possono servire i social?).. “vediamoci mercoledì, una passeggiata, raccontiamoci”. dire che mi lascia indifferente sarebbe una bugia.. c’è curiosità.. chi sei tu e che hai fatto in una vita?..non si possono recuperare trent’anni così.. non siamo più quei ragazzini spensierati degli anni ottanta..- abbiamo entrambi le nostre vite.. ma c’è tanta voglia di conoscersi.. a punta di piedi.. senza fare troppo rumore..