il terzo incomodo

avevo quindici anni.. ne ero innamorata pazza.. ma ero piccola.. e molto timida. gli dissi che non volevo più stare con lui perchè avevo paura di baciarlo.. (ma si può essere così??!) il mio amore di una vacanza estiva.. – da allora sono passati trent’anni. mai più rivisti, nemmeno da lontano, zero. poi però c’è l’amico in comune.. il tramite, l’incomodo.. quello che per anni non ti ha mai riferito i suoi saluti (si perchè all’amico in comune mandarti i suoi saluti dava fastidio).. quello che un pomeriggio di pasquetta si trova in macchina con lui.. e parlano di te.. e da li poi, ci vuole niente, spece se l’amico in comune ha il tuo numero e sa che anche tu sei li in vacanza. sono passati a prendermi.. lungomare, caffè.. qualche frase scambiata.. imbarazzo – quell’incontro, in quel modo lì era sbagliato.. non me l’aspettavo, non ero preparata. ci siamo ritrovati la sera su instagram (vedi a cos’altro possono servire i social?)..  “vediamoci mercoledì, una passeggiata, raccontiamoci”. dire che mi lascia indifferente sarebbe una bugia.. c’è curiosità.. chi sei tu e che hai fatto in una vita?..non si possono recuperare trent’anni così.. non siamo più quei ragazzini spensierati degli anni ottanta..- abbiamo entrambi le nostre vite.. ma c’è tanta voglia di conoscersi.. a punta di piedi.. senza fare troppo rumore..

un metro sotto al cielo

ed infinita gratitudine – ha organizzato tutto lui.. io dovevo solo portarmi due litri d’acqua “perchè ne avrai bisogno” mi aveva detto e qualcosa da mangiare. l’arrampicata è stata faticosa a tratti.. pendii da togliere il fiato (ed io soffro di vertigini.. ed ho una paura non da niente delle alture) ma ne è valsa la pena, tutta. sto ridendo.. dopo quindici minuti, al primo localino, lui già senza fiato “ecco, questo è il fronalpstock, bello eh?”.. ho riso per mezzora.. con le lacrime.. (ed io che mi ero preoccupata di non farcela.. io). quanti racconti.. tre ore seduti a metà.. in mezzo al niente.. mi ha aperto il cuore “gli uomini non piangono” diceva.. ed io sapevo che avrebbe voluto farlo.. l’ho ascoltato.. per tre ore.. “io non posso aiutarti.. posso raccontarti di me.. posso dirti io cosa farei.. ma quì devi passarci te.. da solo.. e ce la farai.. sappi solo che tutto passa.. anche il male al cuore.” – poi abbiamo proseguito.. siamo arrivati in cima fradici ma felici. eravamo ad oltre duemila metri.. ci siamo stesi sull’erba e siamo rimasti in silenzio.. così.. ad osservare il volo delle taccole.. contemplando l’allineamento di quei colossi difronte ai nostri occhi.. – quanto siamo piccoli noi esseri umani.. – siamo rientrati sull’imbrunire.. “dai, entra che ti faccio un caffè”.. – sorrido.. aaahhh la vie.. comme elle est belle..

ah ecco

il tipo super carismatico della palestra ha la tipa – perchè caso ha voluto che io ieri andassi a fare la spesa ad un orario insolito in un supermercato dove vado di rado.. e chi ti vedo? tornando alla macchina ridevo.. – la vita è un gioco (mi è venuta ora così).. poi, per questo piccolo siparietto magari capirò più avanti come sono state assegnate le parti..

ho riportato su la valigia.. quella formato bagaglio a mano.. domani si parte.. 4 giorni.. fiera di colonia.. lavoro.. – io, speriamo che me la cavi.
buona domenica mondobello..

a natale puoi

quest’anno ho voluto fare un regalo diverso.. uno che lascia ricordi.. emozioni.. – ho appena prenotato un viaggio a londra per noi quattro belle di casa, voli ed hotel, tutto fatto  (anche perchè non so come.. ma al momento riesco a permettermelo.. e poi dicono che il ferro va battuto quando è ancora caldo.. so what..) – vado ad inserire le date sul mio cell e vedo che ho un concerto il sabato di quel weekend (ah, i biglietti ovviamente li ho già a casa).. – per la serie.. le fantastiche storie di monia.. (ed il troppo traffico in testa).. – buona serata mondobello… io divano e tele (che a momenti non mi ricordo nemmeno più da dove si accende..)

addendum del 17dic: già ieri mentre scrivevo ho pensato che bisognasse scrivere “vada” (mi riferisco al ferro) perchè lo richiede la frase.. ma sinceramente credo che possa esser corretto anche il va.. (ti rendi conto le pippe mentali.. perchè la grammatica non è un opinione).. buona domenica eh..

nello zaino

mi porto i colori del blu e del verde.. il sapore dei cannoli.. delle brioches e delle paste di mandorla (per i prossimi tre giorni non mi peso.. magari nel frattempo smaltisco qualcosa).. mi porto anche quella cadenza sicula che tanto mi piace (io adoro il romano in primis.. il toscano mi fa morire.. ma anche il siculo ed il napoletano, come dialetti, mi piacciono tanto).. – non mi porto il traffico di pasquetta per arrivare ad ortigia e marzamemi (affollatissima).. e nemmeno i risvegli alle sei e trenta di mattina (ma neanche se me li avesse ordinati il medico.. niente da fare.. io dormo poco, punto). – raccontare questi quattro giorni, ora, sarebbe come chiedermi la luna.. lascio qualche immagine (solo nove.. che i collage quelle ti fanno selezionare e non più).. forse nemmeno le più belle.. scegliere è difficile.. quelle del cuore.. stanno altrove.. – buon finesettimana mondobello.. bellobello…

in media

sono una ventina di chilometri al giorno.. – sono stesa sul lettone di questo albergo sulla cinquantottesima.. piedi e schiena ancora indolensiti… riguardato qualche scatto.. dovrei andare in doccia.. (allo stato attuale assomiglia più ad un trascinare.. altro che).. good night city that never sleeps.. domani bus e traghetto.. tregua. img_20161003_225936