so stare al gioco

“quando sarai a zurigo la prossima volta.. conosco due tre localini, dove si mangia davvero bene.“ „vorresti darmi qualche dritta su dove andare a mangiare?“ „nono, sei a dieta hai detto. però mi farebbe piacere invitarti quando avrai finito.“ „hm.. per esprimere la tua riconoscenza in quanto al fatto che sono la tua cliente più importante e che stai facendo un buon fatturato? che poi, starà bene una cena, al di fuori di orari di lavoro?“ „i clienti ai quali mi va di esprimere la mia gratitudine e che mi stanno simpatici, li invito volentieri a pranzo. i clienti che mi stanno simpatici, li invito a cena.“ …è da mo‘ che avevo capito.. da qualche settimana che mi fa delle piccole allusioni.. battutine.. io sto al gioco.. perchè il gioco è intrigante (quelli che si dichiarono subito un pò m‘annoiano..). mi fa ridere, ha una battuta pronta per ogni mia cosa che dico.. e non è scontato.. (sono pochi gli uomini che riescono a farmi ridere.. con battutine a doppio senso). „non voglio sprecare tutta la mia munizione.“ „ah perchè, hai intenzione di far’ colpo?“.. sorrido.. so perfettamente che una cena con lui magari sarebbe da evitare.. siamo soci e l‘outcome di una serata poi potrebbe cambiare i rapporti. so anche che non sarebbe visto di buon occhio se si venisse a sapere. ma c‘è di fatto che sono molto incuriosita… e poi, le cose „azzardate“ hanno fascino da far paura. intanto sto sul pezzo… a ver.

è vero

aggiorno pochissimo.. ma non perchè le cose da raccontare sono poche.. anzi.. sarebbero tantissime e sempre.. una valanga di pensieri.. emozioni.. tormenti ma anche gioie.. caro blog.. come ti sto trascurando..

sabato mattina, sette e un quarto.. sveglia da due.. con sonno di quattro. niente di nuovo, sento la primavera (solo che inizio a sentirla prima di anno in anno). di solito queste fasi “little sleep” iniziano ad aprile, quando si risveglia anche la natura. saranno i pensieri in questo caso.. (e ora che faccio, li lascio scritti quì?). che dire, un duemilaediciannove iniziato così così.. appesantita (fisicamente) si lo so.. solita minestra – ma a me piace mangiare e d’inverno sono più pigra.. la palestra la vedo con la mente, mentre mangio un altro cioccolatino.. un altro biscotto.. una fetta di torta.. insomma, io arrivo a gennaio e come ogni anno mi piango addosso. si, sono a dieta, da un mese. i risultati poi arrivano solo lentamente.. che a prenderli ci metto niente.. a perdeli.. quella è un altra storia (che dopo gli anta il metabolismo non è mica più quello di una volta. comunque ci sto lavorando. punto ad aprile.. magari pasqua, dovrei poter rimettere i jeans, quelli stretti (ora non ci entro, nemmeno con tanta volonta e forza.. riiiido).

il lavoro va così.. infondo bene.. faccio bene.. ma è tanto, tantissimo (motivo in più perchè mi sveglio alle straore con poco riposo). ma come diceva una volta uno “tutto si può fare”.. ecco.. allora io faccio.. funziono.. comunque con il giusto entusiasmo. quello che faccio mi piace, altrimenti non starei li a massacrarmi di straordinari (stile: ho cinque settimane di ferie l’anno e l’anno scorso ne ho fatte otto con una che mi avanzava – resa l’idea?). restando sul lavoro ora potrei perdermi in un discorso lunghissimo.. faticoso e anche abbastanza triste – la razza umana. mi limito a riportare un ragionamento che mi ha fatto un caro amico “secondo me trovi tutte colleghe che scopano poco e che riversano le loro ansie e aspettative sul lavoro”.. già.. le mie colleghe.. senza aggiungere il discorso delle gelosie tra donne l’ho fatto tante volte, non lo ripeto. poveri diavoli, loro.

e poi c’è la mia vita sentimentale.. o magari quella dei “morosi” (come è solito chiamarli il mio amico caro). diciamo che sono acque tranquille.. c’è simpatia in giro (scommetterei tanti soldi, li avessi, che uno dei nostri fornitori è parecchio intrigato). ma poi come fai? si può mica fare no? naaa, lascia stare.. tanto non è che c’è carestia e allora meglio non avventurarsi in situazioni si intriganti (il proibito ha sempre avuto un suo fascino) ma anche compromettenti. mente fredda.

sette e trentatre.. c’è un altro sipario che ogni tanto si apre.. ma su quello preferisco tacere.. è toccante.. ed io sono sensibile.. e non ho voglia di rattristirmi ora. è la vita dicono, va così.. già.. – ma quando arriva pasqua? ho tanta voglia di abbracciare mamma e papà.

intanto fuori si è fatta luce.. mi vesto, la palestra apre alle otto – ho un obbietivo no?

due anni fa

avevo un chiodo fisso.. anche lui però.. ne sono certa.. ci incontrammo.. ventinove gennaio del duemila e diciasette.. un pomeriggio intero.. – poi.. in questi quasi due anni qualche scambio.. qualche telefonata.. persi un pò.. ma senza perderci di vista (ecco a cosa servono i social!) – a ottobre mi ha chiesto di uscire.. rivedersi.. due chiacchiere tra due menti simili.. una cena.. che poi è diventata un pranzo.. – ecco.. ci siamo rivisti sabato.. – ma perchè è così bello? – è un tipo.. senza elencare tutto quanto il coinvolgente..  stravolgente.. (hai presente quando ti dicono “se ad una donna le tocchi il cervello.. le hai già messo le mani ovunque”.. ecco.. lui questo ha fatto.. da subito.. da sempre).. – e ora.. ora niente da fare.. m’è tornato il chiodo fisso.. – caro universo.. illuminami tu.. che mi sa che in estate ci rivediamo.. – da due anni saremo passati a qualche mese.. almeno, facciamo progressi.

per dire..

tra poco più di un mese è natale.. e poi ti rialzi qualche giorno dopo e scriverai l’anno nuovo.. – ma dove te ne sei rimasto, caro duemilaediciotto? io so per certo che non è una mia sensazione.. lo dicono un pò tutti.. questo tempo va veloce.. – come quando mangi tanto a tavola che a momenti ti scoppia la pancia.. ma poi ti alzi l’indomani ed hai già digerito tutto.. anche le pietre (capito il nesso?). vabbè.. discorsi sui quali ci si potrebbe scambiare per notti intere.. filosofando sul perchè ed il per come.. – intanto siamo a metà novembre inoltrato.. settimane piene piene queste.. di tante cose belle.. ma sopratutto persone.. che non vedevo da tanto.. tantissimo.. e giuro che fa un tale bene al cuore.. riabbracciarsi e raccontarsi come se ci si fosse salutati qualche settimana fa.. – intanto si avvicina la fatidica data.. tre settimane.. (che poi la sis mi ha detto “sempre se vi vedrete..”).. io dico di si.. perchè ne ho tanta voglia.. e perchè a proporlo è stato lui.. – non mi aspetto niente.. davvero.. ho imparato a non proiettare i miei vorrei o farmi filmini in testa.. però sono contenta di rivederlo.. se non altro.. per poter scambiarsi.. – lui appartiene a quella rara spece “let’s sit on a rooftop at 1am and talk about life”.. non puoi farlo con ciunque.. (un bene direi).. – ora mi manca una cosa sola.. far polverizzare tre quattro chili in ecceso in tre settimane.. si dai.. vorrei essere un pò più tonica… che oggi sono tornata in palestra dopo quasi un mese.. (già..).. – a dirla tutta.. dovrei veramente vedere di giocare d’anticipo.. che con natale & co. (dicasi: abbuffate) c’è da mettersi ai ripari fin da ora. vabbè.. vamos a ver.. intanto mancano tre settimane.. vorrei che sia bello, ecco.

e del venti ottobre ne vogliamo parlare?

per la maggiorparte della giornata e serata.. ho fatto questo:

ebbene si, il mio primo body building contest in assoluto… e non che io sia una seguace del genere o abbia ambizioni simili.. nono.. ma lui sulla destra è un mio training buddy, ci alleniamo nella stessa palestra. e poi sai com’è no? io faccio foto.. lui ha un volto molto interessante (il fisico.. ragà.. son’ gusti) e allora mi ha chiesto se andassi a fare qualche foto. devo ammettere una cosa – io fino a ieri non avevo grandi pensieri su questo mondo dei muscoli d’acciaio. ieri invece, mi si sono aperti gli occhi.. e mi resta da dire solo “tanto di cappello”.. – ho seguito il duro allenamento per mesi.. visto cosa mangia (ovvero cosa non mangia, che loro nella fase della dieta mangiano solo pollo, riso e qualche verdurina, punto. questo, per tre mesi). arrivare a stare li sopra.. ma anche quelli che sul palco non ci vanno.. che non si fanno di punturine.. ma che sudano il sangue.. tanto di rispetto. è uno sport.. così come lo sono tanti altri.. che richiede dedizione, tempo e sacrifici. li ho ammirati ieri, tutti quanti.

poi però.. sai com’è.. il dulcis arriva in fundo.. un qualcosa dopo le venti mi arriva una videochiamata.. ancora lui.. il mio dannatamente bello e misterioso.. per farla breve (che altrimenti mi perdo) “allora, quando andiamo a mangiarci qualcosa? questa volta vengo io da te”. il seguito non lo lascio scritto.. sono già superfelice che fi-nal-men-te lo rivedo (non sono innamorata.. ma quest’uomo è un tipo.. veramente.. e lui, come pochi.. è capace di “he fucks my brain”.. e non poco). questo è quanto.. stringo.. ho una doccia da fare ed un cane da portare a passeggio, quello di un mio amico.. con anche l’amico, ovvio.

un metro sotto al cielo

ed infinita gratitudine – ha organizzato tutto lui.. io dovevo solo portarmi due litri d’acqua “perchè ne avrai bisogno” mi aveva detto e qualcosa da mangiare. l’arrampicata è stata faticosa a tratti.. pendii da togliere il fiato (ed io soffro di vertigini.. ed ho una paura non da niente delle alture) ma ne è valsa la pena, tutta. sto ridendo.. dopo quindici minuti, al primo localino, lui già senza fiato “ecco, questo è il fronalpstock, bello eh?”.. ho riso per mezzora.. con le lacrime.. (ed io che mi ero preoccupata di non farcela.. io). quanti racconti.. tre ore seduti a metà.. in mezzo al niente.. mi ha aperto il cuore “gli uomini non piangono” diceva.. ed io sapevo che avrebbe voluto farlo.. l’ho ascoltato.. per tre ore.. “io non posso aiutarti.. posso raccontarti di me.. posso dirti io cosa farei.. ma quì devi passarci te.. da solo.. e ce la farai.. sappi solo che tutto passa.. anche il male al cuore.” – poi abbiamo proseguito.. siamo arrivati in cima fradici ma felici. eravamo ad oltre duemila metri.. ci siamo stesi sull’erba e siamo rimasti in silenzio.. così.. ad osservare il volo delle taccole.. contemplando l’allineamento di quei colossi difronte ai nostri occhi.. – quanto siamo piccoli noi esseri umani.. – siamo rientrati sull’imbrunire.. “dai, entra che ti faccio un caffè”.. – sorrido.. aaahhh la vie.. comme elle est belle..

tra una cosa e l’altra

c’era da optare tra un post sulla vacanzina toscana con tante belle foto che vien voglia di tornarci subitissimo.. oppure uno scambio mail che ho avuto oggi con l’amicone mio.. – vada per le mail, che le fotine le ho pubblicate altrove.. e do subito spunto a questo post.. – i social media signore e signori.

io: sai, credo che la dinamica dei “like” non la capirò mai.. la gente tende a mettere sempre meno like ma nel frattempo si fa sempre più i cassi tuoi. cioè, io ho più visualizzazioni delle storie su ig che like in quattro post messi insieme

lui: mo, dimmi tu, quanta gente conosci che agisce ancora d’impulso? la maggiorparte ormai è opaca, piatta, priva di emozioni. non è che le abbiano perse.. ma non le trovano perchè sono individui intasati da tutto il resto che li circonda e non hanno il coraggio di riconoscerlo.

io: okay fino ad un certo punto.. ma conosco anche persone che non lasciano traccia alcuna proprio per principio. fantasmi.. poi ti ritrovi a parlare con loro e ti senti dire “giusto, avevo visto che hai pubblicato tale cosa.. detto quell’altra”.. triste.. trovo sia triste ecco. zero interessi? zero impulso? toc toc.. c’è nessuno? sai quante volte mi sono addirittura trattenuta nel rispondere ad uno stato su uozzap od ad una ig storia? proprio per lo scrupolo del “altri non lo fanno”.. poi però macchisenefrega.. scusa, pubblichi una cosa.. a me suscita qualcosa, perchè non dovrei dirtelo? posso anche solo limitarmi ad un sorriso.. mandarlo ecco.. perchè mi ha fatto sorridere. io non voglio diventare piatta e non voglio nemmeno iniziare a sentirmi patetica.. perchè se è vero che ci si scambia sempre meno.. proprio per via (causa?!) dei social, perchè non cogliere l’occasione ed interagire? stanno li per quello le storie.. gli stati w.a. no?

lui: eeeh amica mia.. tu sei come me, vai controcorrente.. perchè la freschezza dentro svanisce.. ai pesci che vanno con la corrente.. quanto mi manca filosofare con te..

io: manca anche a me.. – ci prendiamo un pomeriggio libero e ce ne andiamo a passeggiare lungo il lago? solo tu ed io.. come ai vecchi tempi..

e niente.. ci si potrebbe scrivere un libro su questo fenomeno.. sui tanti perchè e per come.. usando aggettivi e sinonimi.. pertinenti e meno.. infondo chi lo sa.. nemmeno io. però l’ho notato.. e più passa il tempo, più si espande – io non sono così.. e mai vorrò esserlo.. io le mie emozioni non le tengo a freno.. e non voglio nemmeno iniziare ad essere calcolatrice.. signore e signori, io mi oppongo.

ci parliamo da grandi

sto quì seduta (più sdraiata) in una posizione abbastanza scomoda.. col cell in mano ed aggiorno.. già.. che il mio notebook ha tanto l’aria di non reggere un altra primavera..

ho il cuore un pò così.. un pò triste.. stavo spiegando a mia nipote la grande il perchè a volte non esulto di gioia quando mi fa vedere i suoi ottimi voti – “vedi fabi.. per rispetto di ale qualche volta ti strizzo giusto l’occhio. per lei non è semplice e suppongo anche parecchio scoraggiante, avere una sorella che a scuola va molto bene.. mentre lei.. fa fatica.. ed i voti non sono quelli ai quali ambisce.. dei quali ha bisogno. e allora.. per rispetto.. per delicatezza.. amore di zia.. io non esulto. sai che sono tanto fiera di te.. lo sono anche di ale.. e vorrei poter fare di più..” – ecco.. mi son’ trovata a spiegarle queste cose.. via uozap.. ad una teenager.. che sono sicura capisce.. ma solo fino ad un certo punto.. e poi io sono troppo sensibile.. e come ora.. mi vien da piangere.. perchè vorrei che anche la piccola potesse avere più momenti di gloria a scuola.. che potesse essere fiera di se stessa.. – io so cosa vuol dire fare fatica a studiare.. l’ho vissuta in prima persona.. so cosa significa guardarsi attorno ed avere l’impressione di essere l’unica a non capire. io a scuola mi salvavo grazie alle materie di lingue straniere.. mi tenevano a galla.. per il resto.. piangevo o mi addormentavo sui libri.. eppure.. di me qualcosa ne è diventato.. – so che non posso toglierlelo questo peso.. so che mia sorella fa un gran lavoro con lei.. io accorro sempre quando mi chiamano e cercano il mio aiuto (che mia sorella dice sempre.. “per le lingue ed il disegno chiedete a zia”).. quante notti e weekend a preparare temi e riassunti in inglese o francese.. ma anche presentazioni in tedesco.. (e che non mi si dica che non dovrei.. che dovrebbero fare da sole.. quì la scuola è durissima.. un cattivo voto ti può annientare tante fatiche e piccoli successi.. allora aiuto.. perchè in cuor mio è giusto) – vorrei poter fare le magie.. non mi è dato credo… allora lo chiedo a te caro universo.. tu che sei immenso ed infinito… che tutto puoi.. lo chiedo a te.. perchè tu sai.

caldo ne abbiamo?

weekend da oltre trenta gradi.. sentiti anche quaranta (che io le estati salentine da quarantatre le ricordo.. ma proprio).. – sono le sette e mezza di sera.. in casa si ragiona.. si sta bene (io apro le finestre la mattina prestissimo.. poi restano chiuse, tranne una) – finito di aggiornare quì vado a passeggiare.. il rituale serale.. (farò una sudata comunque.. già si sa) – intanto gironsolo su instagram e le varie applicazioni.. mi diverte.. oggi ne ho trovata un altra per fare i video con la musica nelle stories (che mica solo i vips ce l’hanno.. riiido).. – domani lavoro da casa.. evviva.. starò beata..
addendum: ho riletto.. mi sembra il mini-tema di una ragazza delle elementari che rientrando a scuola deve raccontare cosa ha fatto.. mha bho.. sarà il caldo!