facevano rumore

le incertezze (e no, non le chiamo paure).. – “sei un bell’uomo, intelligente, premuroso, gentile e accomodante – ma io sono più forte di te. finirei per essere tagliente, infastidita – mi conosco..”. eravamo seduti ai bordi del fiume.. un apérol da finire.. – sapevo che gli avevo appena trafitto il cuore.. mille pezzi.. frantumi, non mi guardava. “se tu non fossi partita col freno a mano fin dall’inizio, se ti fossi lasciata andare invece di porti mille domande su cose che oggi non possiamo sapere.. ti saresti innamorata anche tu..” mi ha risposto così.. “tu non mi conosci, hai visto solo una parte di me e non mi stai dando nemmeno il modo per farmi conoscere ancora, di più”..
e ora? ora niente.. ho mandato all’aria quella che sarebbe potuta diventare una storia.. nuova, bella, passionale, complice.. o forse no. forse mi sarei veramente svegliata una mattina di tra qualche settimana o qualche mese.. e mi sarei ricreduta.. maledicendo il momento nel quale non avevo dato retta all’istinto.. lasciando che un uomo mi ami, per poi fargli ancora più male. – due mesi, cosa vuoi che siano due mesi nella vita di una persona? un goccia nel mare immenso.. – l’ho stretto in un abbraccio lungo.. sincero.. “perdonami se puoi”.

e se poi

he is more into me than i am into him? cioè, io da lui sono arrivata li.. nel petto.. dritta.. sto li.. – ma lui da me no.. non ancora.. forse ci arriverà.. forse no.. – è che non lo so.. confusa e felice cantava carmen.. – vado col freno a mano.. tante seghe mentali.. – penso alle parole che mi dicevi tu.. che so che passerai per leggermi “credi di essere ancora capace ad avere una relazione, qualcuno accanto, che ci sia sempre?” – sai che me lo chiedo quasi tutti i giorni? non ho risposte.. io che “vivo di condivisione” ma “ho bisogno dei miei spazi”.. d’un tratto mi ritrovo a dover fare i conti con una vita che potrebbe cambiare.. uno spirito libero che si sente insicuro.. come un felino, che si vede crescere un recinto intorno.. – spengo il cervello.. una settimana alle vacanze.. tanto bisogno di cambiare postazione.. tanta voglia di leggerezza.

erano le undici e mezza.. di sera

“sei sveglia?” sapevo che era lui.. – no, non lo ero, mi aveva svegliata il suo messaggio, ma sapevo avrebbe scritto, altrimenti avrei lasciato silenzioso – e sapevo anche che “ho pensato che potrei passare, fare due chiacchiere”.. – inutile, l’intuito femminile è infallibile. il fotoromanzo sta continuando.. ovviamente senza foto.. ma è bello comunque..
eh caro universo.. stavolta proprio non me l’aspettavo.. sorrido.